Il mondo della ginnastica artistica italiana è in lutto per la scomparsa di Bruno Franceschetti, figura storica che ha lasciato un’impronta profonda in questo sport, prima come atleta e poi come tecnico. Celebre la sua frase: «L’allenatore non deve mai attribuirsi i meriti dei risultati dell’atleta», che riflette pienamente l’umiltà e la dedizione di un uomo che ha consacrato la sua esistenza alla ginnastica.

Bruno si è spento all’età di 84 anni nella notte di giovedì 15 maggio, intorno alle due, dopo una lunga malattia affrontata con coraggio e determinazione. La notizia della sua morte ha suscitato profonda commozione tra quanti lo hanno conosciuto, stimato e amato, crescendo sotto la sua guida. La sua perdita rappresenta un duro colpo per l’intero panorama sportivo nazionale. Atleti come Jury Chechi, Igor Cassina, i varesini Alberto Palla e Umberto Larizza e il tecnico Diego Lazzarich, lo ricordano con affetto e gratitudine. Franceschetti è stato un allenatore instancabile, capace di trasmettere passione e determinazione, formando intere generazioni di campioni.

Sebbene oggi ci abbia lasciato, il suo insegnamento e l’eredità dei suoi valori continueranno a vivere nei ricordi e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui. Anche Andrea Facci, presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, insieme al Consiglio Direttivo Federale, ha espresso vicinanza alla famiglia Franceschetti, in rappresentanza dell’intero movimento ginnico azzurro.

I funerali si terranno sabato 17 maggio alle ore 15:30, presso la Basilica di San Vittore a Varese.

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