Cala la sedentarietà in Italia, passando dal 35% del 2023 al 32,8% del 2024, il tasso più basso mai registrato nel nostro Paese. Ma soprattutto salgono enormemente i praticanti di ginnastica, aerobica e cultura fisica tra le persone di tre anni e più che fanno sport in Italia.

È quanto emerge dalla presentazione dei dati ISTAT 2024 “La pratica sportiva in Italia”, avvenuta oggi al Palazzo delle Terme al Foro Italico, alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, del Presidente di ISTAT, Francesco Maria Chelli, dell’Amministratore delegato di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris e del Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Beniamino Quintieri.

L’indagine ISTAT mostra quindi un’Italia sempre più attiva e ginnica. Al calo della sedentarietà, infatti, corrisponde un aumento della pratica sportiva continuativa che, se nel 1995 era al 17,8%, nel 2024 sale sino al 28,7%, in crescita rispetto al 28,3% dell’anno precedente. A crescere maggiormente, oltre al numero di italiani che svolge qualsivoglia attività fisica, come camminare, andare in bici o fare esercizi liberi, che passa dal 27,9 % del 2023 sino al 29,7 % del 2024 (+1,8%), sono la ginnastica, l’aerobica e il fitness, tra le discipline sportive, salendo dal 25.2% del 2015 all’attuale 33.1%, pari a 7 milioni 133 mila persone. Al secondo posto il Calcio con tutte le sue varianti, incluso il calcetto, fermo al 20.3%, in calo rispetto al 23% di dieci anni fa. A seguire gli sport acquatici (18,7%), l’atletica con footing e jogging (18.3%), sport invernali e montagna (11.3%), sport ciclistici (10.7) e palla e racchetta, cioè tennis padel etc. (8.5%). Sono in crescita poi le arti marziali e la pallacanestro, stabili danza e pallavolo, mentre all’ultimo posto c’è la caccia e la pesca (<1%). Importante non trascurare la voce “altri sport” che coinvolge il 5.2% del campione e che riguarda chiunque faccia movimento, per intenderci dalla passeggiata al parco in su.

La classifica degli sport praticati evidenzia anche differenze significative tra uomini e donne. Alcune attività mostrano una forte connotazione di genere, mentre per altre le differenze sono più contenute. Il gruppo ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica è nettamente il preferito dalle donne (47,4%), seguito da sport acquatici (22,5%) e atletica leggera, footing e jogging (18,6%). Tra gli uomini domina invece il calcio (incluso quello a 5 e a 8), praticato dal 34,4% (contro appena l’1,5% delle donne), seguito da ginnastica/aerobica, fitness cultura fisica (22,2%) e dal gruppo atletica/jogging (18%).

La presentazione dei dati ISTAT 2024, a cui ha partecipato il Presidente del CONI, Luciano Buonfiglio ed il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Marco Giunio De Sanctis, ha visto emergere anche i dati relativi ai “luoghi di sport”. Il 59,5% di chi pratica sport lo fa in impianti sportivi al chiuso (come, ad esempio, palestre e piscine coperte, ed è anche il caso della ginnastica) e il 36,8% in impianti all’aperto (campi di calcio, di tennis). Cresce la pratica di sport in casa o negli spazi condominiali che in circa 10 anni passa dal 13,5% al 20,2%.

Se, come certificato dall’ISTAT, si fa pratica sportiva prevalentemente per mantenersi in forma (61,5%), passione o piacere (49,8%) e per svago (42,6%), ma anche per ridurre lo stress (27,5%), le motivazioni che portano invece a lasciare lo sport sono legate alla mancanza di interesse, difficoltà economiche, l’insufficienza di impianti o la difficoltà a raggiungerli.

Ciò provoca un “drop out” che, tra i giovani di 10-24 anni, vede le ragazze abbandonare lo sport più dei ragazzi (21,6% contro 15,1%), in media un anno prima (a 14 anni contro i 15 dei maschi).

Il Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Beniamino Quintieri ha invece sottolineato come “l’analisi dell’Istat conferma da un lato criticità ben note, come il divario tra uomini e donne e la persistente disparità territoriale tra Nord e Sud; dall’altro, restituisce segnali incoraggianti: cresce in modo netto il numero di cittadini che praticano sport, soprattutto tra gli over 65, passati dal 5% al 30% in trent’anni. Il calo degli sport di squadra a favore di quelli individuali è un dato da non sottovalutare, perché rischia di indebolire la dimensione sociale dello sport. Ciò che va evidenziato – ha proseguito – è che l’Italia si sta rimettendo in movimento: aumentano i cittadini attivi e, con adeguati interventi di manutenzione e riqualificazione degli impianti, il futuro può essere ancora più promettente. Portare lo sport in tutti i Comuni, anche nei più piccoli, attraverso strutture moderne e accessibili, significa avvicinare sempre più persone alla pratica sportiva, con benefici concreti sul piano economico, sociale e della salute”.

 

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