L’Olimpiade di Parigi continua a regalare alla ginnastica italiana momenti indimenticabili. Per la prima volta due individualiste azzurre, infatti, prenderanno parte alla finale dei Giochi e lo faranno con la capolista provvisoria, Sofia Raffaeli, e una Milena Baldassarri capace di eliminare con il suo punteggio e la nona piazza una delle favorite della vigilia, la bulgara Stiliana Nikolova. L’agente di Chiaravalle, vicecampionessa iridata, ha dominato il concorso di ammissione odierno, rifilando più di due punti alla ginnasta più forte del Mondiale di Valencia, Darja Varfolomeev. La marchigiana, cresciuta nella Ginnastica Fabriano, è partita al cerchio, sulle note di “Rescue” di Lauren Daigle, ottenendo subito il miglior parziale di giornata all’attrezzo, 35.700. Alla palla, con la coreografia montata su “Bella ci dormi”, un folk salentino, è arrivato un altro 34.450, mentre la rivale tedesca, che in questa specialità era stata la migliore (36.450), sperperava l’ottimo avvio con un’uscita di pedana al cerchio. Nella seconda parte di gara, Sofia piazza un 35 tondo con le clavette, al ritmo di “Dark Mirror” di Christian Reindl, secondo soltanto al 35.250 della Varfolomeev, ma alla fine chiude la partita con un altro top-score, il 33.950 al nastro su “Vesoul” di Jacques Brel. La diciassettenne di origine russe allenata da Yulia Raskina può solo contenere l’irruenza dell’avversaria con il suo 32.650. La classifica è impietosa e recita: 1.Raffaeli 139.100, 2.Varfolomeev 136.850. Al terzo posto, con 136.450, non troppo lontana da Dasha ma quasi a tre lunghezze da Sofia, si piazza Boryana Kaleyn, la bulgara che non ti aspetti, straordinaria soprattutto a cerchio e nastro. La più forte, la numero uno del Vecchio Continente, la bravissima Nikolova, si deve accontentare del ruolo di prima riserva, restando esclusa dalla top ten a cinque cerchi, con il suo 127.700, figlio di una seconda parte di gara da dimenticare. A buttare fuori la quasi diciannovenne di origini egiziane è toccato, purtroppo, alla nostra Baldassarri. Entrata per ultima con le clavette, la stella di Ravenna, riesce a bissare la finale di Tokyo – dove ottenne il miglior piazzamento di tutte le individualiste FGI che l’avevano preceduta, il sesto posto assoluto – mettendo in fila il 32.750 iniziale alla palla su “Formidable” del suo cantante preferito, Stromae; il 33.300 al cerchio e al tempo di “Hit the road Jack” di Percy Mayfield; il 32.300 al nastro con “The Game is Afoot” di Eternal Eclipse e, per chiudere, il 30.900 alle clavette, su quelle note di “Don’t Tell Mama” che saranno suonate malissimo alla sconfortata, ma comunque straordinaria, Stili, bronzo all around a Sofia 2022 e qui, a Parigi, prima delle escluse con 129.250. L’aviere dell’Aeronautica Militare, allenata, come la Raffaeli, da Claudia Mancinelli, si regala così un’altra final ten olimpica, con 129.250, lasciandosi alle spalle di Wang Zilu, ultima del gruppo d’élite grazie al suo 128.100. Tra Sofia e la cinese ci sono altre étoile capaci di sovvertire qualsiasi pronostico, a cominciare dall’ucraina Taisiia Onofriichuk che con un 135.750 ha messo a tacere i dubi e le polemiche per la mancata convocazione della splendida e amatissima Viktorija Onoprijenko. L’altra tedesca Margarita Kolosov (Italia e Germania sono le uniche Nazionali che possono vantare due rappresentanti, in pratica un quinto del lotto, ciascuna) con 131.500, guida la truppa delle inseguitrici, seguita dalla slovena Ekaterina Vedeneeva (130.800), dall’israeliana Daria Atamanov, apparsa in leggero ritardo di forma con 130.450 e la brasiliana Barbara Domingos, altra piacevole sorpresa con il personale di 129.750. Lo spettacolo, purtroppo, perde anche le due spagnole, Berenzina e Bautista, sotto gli occhi di Almudena Cid Tostado, l’idolo di casa, la francese Helene Karbanov, l’ungherese Fanni Pigniczki, la kazaka Elzhana Taniyeva, l’uzbeka Takhmina Ikromova, la statunitense Evita Griskenas e altre interpreti che potranno comunque gioire di un’esperienza indimenticabile. Sì, perché, l’Arena Porte de la Chapelle, gremita di pubblico festante, ha finalmente restituito ciò che gli spalti deserti di Tokyo, a causa del Covid, ci avevano tolto. L’entusiasmo del popolo dei piccoli attrezzi fatto per lo più di giovanissime ragazze, che non hanno perso occasione, a turno, di scattarsi una foto davanti ai cerchi olimpici nella classica posizione della grand ecart alla seconda con aiuto.
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